La mia prima volta con “Cristina”…in barca alla festa del Redentore
Diario di un evento stupendo
L'odore agre della cipolla affettata fa colare lacrime aspre sui miei zigomi: è l’acido sulfemico il gas che irrita la cornea. Bagnare questo ortaggio sotto l'acqua corrente prima di tagliarlo non è servito ad evitare l'irritazione agli occhi, contrariamente a quanto suggerito dallo chef. Pazienza il bruciore; il problema è che non ci vedo più e non riesco a prepararmi il primo caffè della giornata per svegliarmi. Che inizio traumatico, proprio oggi che è la festa del Redentore!
Mi sono alzata assonnata ed emozionata come una bambina: stasera sarà la mia prima esperienza al Redentore festeggiata in barca. I nuovi compagni del Circolo Velico Casanova (CVC) mi hanno invitata ad uscire con loro su "Cristina", una bellissima vela al terzo in legno. Partiremo da San Giuliano per arrivare a Punta della Dogana: una posizione esclusiva - riservata ai soci dei circoli velici - per vedere i fuochi d’artificio arricchiti dal riflesso sulla laguna.
Intanto la cipolla si è imbiondita ed è cotta: ora posso aggiungere i filetti di acciughe e la salsa per i bigoli sarà pronta a minuti. L'acqua per la pasta borbotta nella pentola; finalmente ho smesso di lacrimare e riesco a scolare i bigoi al dente. Ai bovoeti, alla pasta e fagioli e altre specialità tipiche ci pensano Sandra liscia, Sandra riccia, Laura, Alberto Fulvio e le due Laura. Abbiamo diviso i compiti tra membri dell’equipaggio. La formula "bring & share" è il must Veneziano per celebrare il Redentore secondo la tradizione. La degustazione è un pilastro dell’evento.
Nel tardo pomeriggio arrivo al Polo Nautico carica di due pesanti borse frigo: Prosecco DOC, Aperol e spremuta d’arancia devono mantenersi freddi a lungo …perché lo spritz è buono se è ben ghiacciato! Devo difendere il titolo di “Spritz Girl” che il CVC mi ha regalato!
Sul piazzale del circolo è un fermento di gente allegra che prepara le barche; tanti si fermano per un saluto veloce. La priorità è caricare le barche, tirare fuori i motori e partire presto per guadagnarsi una buona posizione da cui ammirare i fuochi. Per le chiacchere ci sarà tutto il tempo più tardi, quando ci ritroveremo in bacino.
Caliamo la nostra barca in acqua: Fulvio accende il motore e con sicurezza ci porta verso Venezia. Laura M. in prua dà le dritte sulla direzione da tenere: si capisce che ha esperienza di navigazione. Sono felice guardando il verde blu della laguna e il cielo azzurro. Ecco che già si presentano i bei palazzi storici Veneziani; spicchi di colori spuntano accesi dalla luce rosata del tramonto. La vista è favolosa: mi emoziona entrare in città navigando e mi sento parte dell’ambiente acquatico.
Lungo il percorso viaggiamo circondati da imbarcazioni di tutti i tipi. Alcune barche sono addobbate con palloncini colorati, festoni, luci e lucine che verranno accese quando farà buio. Famiglie con bambini, adolescenti eleganti per l’occasione, coppie in abiti da sera e gruppi come il nostro ci accompagnano lungo il percorso sul Canal Grande, passando sotto il Ponte di Rialto, stracarico di persone. Visto dal basso sembra un formicaio in agitazione. Ecco che siamo già arrivati sul Canale della Giudecca, dove i gommoni della Polizia ci scortano fino alle postazioni appositamente delimitate da corde.
Le manovre di ancoraggio in mezzo alla folla di natanti richiedono attenzione e tutto l’equipaggio si presta a compiere le operazioni necessarie con rapidità: Fulvio ormeggia con destrezza infilando “Cristina” in mezzo ad altre due barche, Sandra riccia ed Alberto legano le cime di poppa e di prua ai vicini di barca, Laura M. getta l’ancora, Laura S. ed io posizioniamo i parabordi e… siamo pronti! La festa ha presto inizio con la prima caraffa di Spritz. Scatta la gara eno-gastronomica: Carlo, il vicino di barca, ci offre “sarde in saor” fatte in casa . Contraccambiamo porgendogli una caraffa del nostro aperitivo. Alcuni si sono attrezzati con tavoli e tovaglie piazzate in barca: non posso crederci! Una distesa di barche ordinate, ormeggiate appiccicate, piene di gente in festa. Una coppia balla sulla prua di una barca: la musica è bella. Poco più in là, Fabio e Anita si sono ancorati sulla fila di barche davanti a noi. Ester e Davide mi inviteranno sulla loro barca per il “Tirami Su” quando sarà già buio; parleremo a lungo. La gente passa da una barca all’altra camminando, grazie ai vicini di barca pronti ad allungare un braccio o un remo per aiutare nell’attraversamento.
Sulle fondamenta dietro di noi una folla di ragazzi stesi su asciugamani stanno appollaiati con le gambe penzolanti sulla superficie dell’acqua: lo spazio per muoversi è poco anche per quelli che hanno scelto di vedere i fuochi da terra.
L’atmosfera attorno è magica, indescrivibile, assolutamente gradevole! Mi avevano detto che Il Redentore è un evento speciale: confermo che devi esserci stato almeno una volta e devi averla vissuta di persona perché non si riesce a descriverlo con parole.
Tra un piatto e l’altro, tra una risata e l’altra la notte fresca ci ha avvolti. Nuove amicizie sono nate. Le lucine sulle barche brillano assieme alle luci della città: manca poco al grande spettacolo dei fuochi, i veri protagonisti. Eccoli qua: l’esordio con la scritta VENEZIA sparato sulla superficie è stata una sorpresa che ha lasciato la folla a bocca aperta! Il tricolore italiano in fase di apertura e poi via: da 5 o 6 postazioni delle “cannoniere” sparano fuochi in cielo su due altezze: quelli alti sono ammirati dalla terraferma. Per noi che siamo in bacino, lo spettacolo pirotecnico è articolato anche su secondo livello di fuochi bassi: è un privilegio essere qua.
Tutti con il naso in su, concentrati a fissare questo spettacolo che fa venire il torcicollo, ma a cui non riesci a rinunciare e non ti distrai neppure un secondo. Fuochi coloratissimi, giochi di colori fantastici, forme stupende, spirali che si rincorrono, cuori rossi che scoppiano in cielo, le faccine “smile” che sorridono spuntando in cielo. E tu sei dentro ai fuochi, ti sembra di toccarli, sei parte della scenografia, sei parte dello spettacolo, sei dentro a tutto questo. Vorremmo che il tempo si fermasse qui, che la pace di stanotte e questo senso di condivisione restasse con noi…ma poi il ritmo dei botti rallenta e i fuochi salutano la folla…come tutti gli anni arriva la fine e lo spettacolo pirotecnico si chiude lasciando un po' di malinconia. Ma la festa non è ancora finita.
Il rientro sul Canal Grande è una processione di barche illuminate come uno sciame di lucciole, uno spettacolo che continua a stupire. Pare che ci sia un regista che ci coordina: sembra un’orchestra dove ogni musicista conosce alla perfezione la sua parte; senza sbavature si torna a casa. Il vento fresco ci accompagna fino alla Punta Di San Giuliano; nonostante le felpe siamo tutti infreddoliti. Laura M. sempre a prua, Fulvio ci riporta a casa tra battute e risate continue. Nel frattempo Sandra riccia si addormenta; Sandra liscia chiede il cambio per distendersi e alleviare il mal di schiena. All’una di notte siamo già alla gru e il nostro bravo capitano infila la barca dentro le cinghie con invidiabile maestria.
Riposta “Cristina” - ora cosa facciamo? Troppo presto, nessuno ha voglia di tornare a casa: si tira fuori la pasta e fagioli e la festa ricomincia sui tavoli del circolo. Alberto e Laura M. ci fanno ridere di gusto anche alle due di notte. Intanto rientrano anche i canottieri. Salutiamo un sacco di gente che ha fretta di andare a fare pipì o di andare a nanna. Arriveranno le tre di mattina prima che lasciamo Alberto a dormire in tenda in compagnia… delle nutrie!
Lo porterò nel cuore questo Redentore che mi ha fatto felice; sarà parte di me e mi farà sorridere tutte le volte che lo ricorderò e che penserò ai compagni generosi di questa notte.
A volte l’uomo riesce a fare delle cose stupende.
Dora Zamuner
Aspirante velista e “Spritz Girl” promossa al rango di ”Top Spritz Manager” dopo le otto caraffe di Aperitivo
RINGRAZIAMENTI
Grazie a Laura S., donna di poche parole che ha capito il mio desiderio di partecipare e mi ha invitata. Grazie a Fulvio che è un capitano sicuro di sé, ad Alberto per tutte le battute e le risate, a Laura M. per il suo sorriso e per essere stata “gli occhi” dell’equipaggio, a Sandra riccia per aver lottato con tutta sé stessa contro il sonno, a Sandra liscia per l’energia vibrante che ci ha trasmesso.
Grazie al Circolo Velico Casanova per averci dato questo bellissima opportunità e per aver messo a disposizione le barche e i motori. Grazie anche ai canottieri e a tutti i vicini di barca perché la passione per la vela non ha passaporto, grazie alla città di Venezia per averci ospitato, al Sindaco e tutte le forze dell’ordine e a tutti gli organizzatori di questo splendido evento.
Non per ultimo, grazie ai maestri di vela del CVC che mi hanno introdotto all’arte di andare in barca. Anche se a volte mi hanno “torturata” ne è valsa la pena.